SPECIALE: LA STORIA DI LONNIE ZAMORA, IL CONTATTO ALIENO DI UN POLIZIOTTO


Si chiamava Lonnie Zamora, fu un poliziotto statunitense che nel 1964 si trovò faccia a faccia con un oggetto misterioso, probabilmente un Ufo. 

Non solo vide il mezzo misterioso, ma anche una figura umanoide.

Era il 24 Aprile, il racconto originale di Zamora recita così:

«Durante un inseguimento lungo la statale, udii un'esplosione avvenuta presso un deposito di dinamite e vidi delle fiamme. Subito interruppi l'inseguimento per investigare e lasciai la statale per imboccare una strada sterrata. Anche se indossavo occhiali da sole, non avevo dato molta attenzione alle fiamme, dato che ero disturbato dal sole. 

Era sereno, con pochissime nubi disseminate su una vasta area del cielo. Dopo aver visto fiamme arancio-azzurrognole, sentì chiaramente un rombo la cui frequenza oscillò per un certo tempo, fino a dissolversi. Ad un certo punto il motore dell'auto si spense; cercai con difficoltà di ripartire per avviarmi verso la ripida collina, cosa che mi riuscì solo al terzo tentativo, ma non sentii altri rumori. Nei successivi 10-15 secondi, procedendo verso ovest, mi resi conto di ricordare la precisa posizione della baracca. Vidi verso sud un oggetto luminoso a circa 137-183 metri di distanza dalla mia auto. Pensai ad una macchina rovesciata, con due persone prigioniere nell'abitacolo. 

Ma dovetti ricredermi: era in realtà un oggetto di forma oblunga, sembrava di alluminio lucido, biancastro e cromato. Chiesi aiuto via radio. Per un breve intervallo di tempo, potei osservare, vicine all'oggetto, due persone che indossavano una tuta bianca. Questi individui sembravano persone normali - o due adulti di bassa statura o persino dei bambini obesi -. Mi avvicinai all'oggetto, comunicando alla stazione di polizia ciò che stavo osservando: verificavo quello che credevo essere un'auto che si trovava nell'arroyo (un letto di un ruscello in secca).

Quando mi fermai, scesi dalla mia auto di servizio e attesi una risposta. Poi iniziai ad avviarmi a piedi verso l'oggetto. Ad un certo punto sentii un rombo fragoroso, ma strano - e più mi avvicinavo, più era intenso -, non come quello di un aereo a reazione. L'oggetto produceva un rumore ad una frequenza, inizialmente rapida e bassa, crescente in volume. Nello stesso istante lo vidi lentamente alzarsi mentre sotto di lui si formavano fiamme blue e arancioni. 

L'oggetto mentre si sollevava alzava molta polvere. Dopo essere sceso dall'auto persi gli occhiali, fuggii e iniziai a correre verso nord, a questo punto l'auto si trovava in mezzo, tra me e l'oggetto. Diedi uno sguardo all'indietro un paio di volte e questa volta lo notai decollare, a circa 6-8 m di distanza. Mi allontanai sempre di più; ad un certo punto mi accovacciai a terra, proprio sul bordo della collina. 

Ripresi a correre, e dopo aver percorso altri 15 metri vidi, l'oggetto sopra l'auto. Scavalcai la collina e mi misi nuovamente a correre, poi mi fermai in quanto non sentivo più il rombo. A questo punto cambiai idea e tornai indietro, verso l'oggetto ma improvvisamente mi buttai a terra coprendomi la faccia con le braccia. 

Alzai lo sguardo, e vidi che si stava allontanando. Dava l'impressione di procedere in linea retta, ad un'altezza di circa 3-4 metri. Stava decollando e accelerando molto velocemente. Raccolsi i miei occhiali da sole, salii in auto e contattai Nep Lorez, l'operatore radio della stazione di Polizia, e gli chiesi: «Guarda dalla finestra, vedi un oggetto?». Nep mi chiese: «Di quale oggetto stai parlando?» Gli risposi: «Un oggetto, che rassomiglia ad un pallone». Non sapevo se lo avesse visto. 

Se Nep avesse guardato dalla finestra esposta a nord, non avrebbe potuto vederlo, ma non gli dissi da quale finestra avrebbe dovuto guardare.

Nel momento in cui chiamai Nep, lo potevo ancora osservare. Sembrava alzarsi lentamente, mentre diventava sempre più piccolo distanziandosi ad una velocità eccezionale. Appena fu sopra la montagna scomparve. Non produceva più fiamme, viaggiava poco sopra il suolo, senza rumore ne fumo. 

Zamora fu presto raggiunto da un collega, il sergente Chavez, che non vide il presunto oggetto] Diedi per radio la mia posizione a Nep Lorez e al sergente M. S. Chavez in modo che potessero raggiungermi. Giunto sul luogo dell'atterraggio, notai che tutti i cespugli erano bruciati. 

Alla radio il sergente Chavez mi disse che stava arrivando. Quando arrivò, mi chiese che problemi c'erano, e perché stavo sudando, e per quale motivo ero così pallido. Chiesi al sergente di venire a vedere ciò che avevo visto io: entrambi rilevammo tracce dei cespugli bruciati. La prima volta che vidi l'oggetto (quando pensavo che fosse un'auto), osservai quelle che sembravano essere due gambe. In quel momento non feci molta attenzione a questo particolare — pensavo infatti che fosse un incidente — la mia attenzione era sulle persone, non facevo certo attenzione a due gambe. 

Queste erano situate nella parte bassa dell'oggetto, inclinate verso l'esterno rispetto al terreno e sopra di esse l'oggetto era sollevato a circa 1-1,5 m da terra. Non ricordo la seconda volta per quanto tempo vidi l'oggetto: dal momento in cui scesi dall'auto, lo osservai, corsi verso di lui, saltai sul bordo della collina, ritornai all'auto e alla radio, ed infine dalla sua scomparsa, passarono forse 20 secondi. 

Il microfono dall'emozione mi cadde, scesi dall'auto a mi incamminai a piedi verso l'area dell'evento e sentii, in poco meno di un secondo, circa due o tre suoni come dei "tonfi", come se qualcuno stesse usando un martello, o stessero chiudendo con difficoltà una porta. Questo prima di sentire il frastuono. Non vidi più nessuno sul luogo dell'atterraggio. Poco prima che arrivasse il sergente Chavez, presi una penna e disegnai le insegne che avevo osservato sull'oggetto.»


Le testimonianze di alcune persone

Molte persone nella stessa sera raccontarono di aver visto un oggetto misterioso sollevarsi in cielo, circondato da fiamme bluastre.

Queste testimonianze vennero fatte ancora prima che Zamora parlasse in radio, nessuno sapeva della storia si Zamora prima della sua rivelazione pubblica.

Ci fu anche un ricercatore, Ray Stenford, che nel suo libro raccontò molteplici testimonianze a riguardo. 

Una famiglia di cinque persone, turisti provenienti dal Colorado , e diretti verso nord, videro un oggetto ovale volare, ad una quota molto bassa che procedeva da est ad ovest, verso la città di Socorro. L'oggetto passò a pochi metri di altezza, direttamente sopra la loro auto. Dopo l'incontro si fermarono a Socorro per fare benzina. 

La loro identità non fu mai rivelata, ma la storia fu raccolta da un operatore di una stazione di servizio, un tale Opal Grinder, che raccontò dell'incidente, e che riconfermò tre anni dopo in una deposizione giurata. Secondo il Grinder, uno di loro testimonò: «Strano, i velivoli volano molto basso da queste parti!», infatti l'oggetto aveva sfiorato il tetto della loro auto. 

L'uomo era preoccupato, in quanto il velivolo non giungeva dal vicino aeroporto, ma dalla highways situata ad est. Vide anche un'auto della polizia diretta verso la più vicina collina, pensando ad una qualche forma di assistenza (Stanford, p. 16). Sempre secondo Stanford, un altro testimone ha chiamato la televisione di Albuquerque attorno alle 17:30, per riferire di aver osservato un oggetto ovale a bassa quota, che viaggiava lentamente verso la città di Socorro (Stanford, p. 82). 

Stanford aveva anche registrato la presenza di un gran numero di testimoni che aveva sentito durante l'atterraggio, un forte fragore. Uno degli addetti all'ufficio dello sceriffo di Socorro, affermò di aver ricevuto la segnalazione di "centinaia di persone", che avevano sentito un fragore verso la zona sud della città. Stanford, personalmente raccolse la testimonianza di due donne che sentirono poco prima delle 18.00 due fragori distinti, separati fra loro di qualche minuto (Stanford, pp. 85–87).

Analisi interessanti del punto di atterraggio

Nel 1968, un fisico e ricercatore UFO James E. McDonald, intervistò Mary G. Mayes: durante il dottorato presso l'Università dell'Arizzona era studentessa del laboratorio di biologia delle radiazioni. Le chiesero di "analizzare del materiale e delle piante provenienti dal sito di Socorro". 

Dopo l'analisi la studentessa restituì i campioni ma di questi non se ne seppe più nulla. Quando venne intervistata da McDonald, la Mayes disse che lei e altri due studenti lavorarono sulle evidenze fisiche del sito di Socorro. La Meyes, disse anche di aver esaminato il sito il giorno dopo l'evento e di aver raccolto campioni di piante per l'analisi. 

La Meyes concluse, dopo l'analisi, che le piante probabilmente vennero bruciate dalle fiamme dell'UFO, e che erano "completamente rinsecchite", aspetto piuttosto anomalo in questi casi. 

La Mayes non trovò contaminazioni radioattive, ma "due sostanze organiche", che non fu in grado di identificare.


- Eyes Bio 

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