MISTERI E STORIE: IL KILLER DI VIA BAGNERA A MILANO. I MISTERI DI UNA STRETTA STRADA



La via Bagnera è una delle strade più antiche e misteriose di Milano, situata nel cuore della città, tra la Basilica di Sant'Ambrogio e il Duomo. Il suo nome deriva probabilmente dalla presenza dei bagni pubblici romani che qui si trovavano, o dal fatto che era un vicolo stretto e buio, dove si diceva che si nascondessero i segreti più oscuri della città.

Ma la via Bagnera è anche il luogo dove nacque e operò il primo serial killer italiano, Antonio Boggia, detto "il mostro di via Bagnera" o "il mostro di Milano". Boggia era un muratore originario di Urio, un paese sul lago di Como, che si trasferì a Milano nel 1831. Qui trovò lavoro come fochista in Palazzo Cusani, sede del comando militare austriaco, e sposò Ester Maria Perrocchio, una vecchia signora che gli affidò la gestione del suo stabile in via Nerino 2.

Ma Boggia non era una persona normale: era crudele, spietato e sadico. Uccise quattro donne tra il 1849 e il 1859, derubandole o strangolandole con un'ascia o una mannaia. Le sue vittime furono Ester Maria Perrocchio (76 anni), sua madre-in-law; Maria Teresa Zanetti (18 anni), una giovane modella; Maria Teresa Zanetti (16 anni), sua sorella; e Maria Teresa Zanetti (14 anni), sua nipote.

Boggia nascondeva i corpi delle sue vittime in un magazzino nella sua cantina nella via Bagnera. Qui li macellava con la mannaia e li smembrava con le forbici. Poi li gettava in una fossa comune o li lasciava cadere nel canale del Ticino. Alcuni dei suoi crimini furono scoperti grazie alle testimonianze dei vicini che lo vedevano armeggiare con sacchi da muratore, mattoni e sabbia.

Il caso fu risolto nel 1860 grazie alla denuncia della scomparsa di Ester Maria Perrocchio da parte del figlio Giovanni Maurier. Questi scoprì che Boggia era l'amministratore unico dei beni della madre e lo denunciò alla giustizia austriaca. Boggia fu arrestato e condannato a tre mesi nel manicomio Pia casa della Senavra per aver tentato di uccidere un contabile nel 1851.


Ma la sua condanna non bastò a fermare le sue atrocità: dopo essere uscito dal manicomio, Boggia riprese a uccidere altre quattro donne tra il 1860 e il 1862. Fu finalmente scoperto grazie alle indagini dei Carabinieri Reali, che avevano sede a Palazzo Cattaneo in via Moscova a Milano.

Boggia fu arrestato il 26 febbraio 1860 ed interrogato dai carabinieri. Confessò tutti i suoi crimini senza esitazione e mostrò una grande freddezza psicologica. Fu processato dalla giustizia italiana per quattro omicidi aggravati da stupro e tentato omicidio. Fu condannato alla pena capitale per impiccagione.

Boggia fu impiccato l'8 aprile 1862 in piazza Porta Lodovica-Porta Vigentina, davanti a una folla inferocita che lo insultava e lo minacciava. Fu l'ultimo civile giustiziato a Milano fino alla seconda guerra mondiale.

La storia di Antonio Boggia ha lasciato un segno profondo nella memoria collettiva di Milano: la via Bagnera è diventata uno dei luoghi più spaventosi della città, dove si sente ancora oggi l'atmosfera cupa e macabra degli antichi delitti.



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